top of page
Cerca
Immagine del redattoreSilvia

Silverpilen

Nella metropolitana di Stoccolma accadono numerosi fatti curiosi…

  


“Nonno, perché quel treno non è verde come tutti gli altri?” 

"È il Silverpilen". Mormorò nonno Theo, mentre un brivido di angoscia gli percorreva la schiena.  

“Per risparmiare non è mai stato dipinto di verde. Spostati, Lucas. Oggi non è il nostro turno.” Continuò il nonno, mentre con una mano tirava da parte il bambino e cercava di nasconderlo dietro sue le gambe. 

Lucas sbirciò lo strano convoglio.  

Lo osservò mentre si fermava in corrispondenza delle entrate della metropolitana, apriva le vecchie porte sferraglianti e caricava quelle strane persone. 

Prima non le aveva notate. 

Tutti i passeggeri del treno avevano un’espressione vuota, muta e imperscrutabile, sembrava che dovessero sciogliersi da un momento all’altro, come la neve fredda dell’inverno. 

Tutte, tranne una: un ignaro turista salì nel vagone senza badare a ciò che lo circondava, intento a scrutare la mappa della città che aveva in mano. 

Lucas ebbe l’istinto di fermarlo e si lanciò verso di lui. Come attratta da una calamita, la folla di volti senz’anima si ammassò intorno a lui e lo trascinò verso il vagone. 

La mano del nonno lo prese per un braccio appena in tempo. 

“No, Lucas. Tu non devi MAI salire sul Silverpilen”. Gli raccomandò il signor Theo, con un tono di voce che non ammetteva repliche.

“Ma, nonno… Quel turista, quello là…” Mormorò confuso il bambino. 

Il nonno lo interruppe e gli rivolse uno sguardo cupo. 

Lucas non l’aveva mai visto così: sembrava che gli occhi azzurri fossero divenuti improvvisamente neri come la notte. 

“MAI. Per nessun motivo. Promettilo.”  

“Sì, nonno… Te lo prometto.” 

Un sorriso rischiarò il viso del vecchio, anche se Lucas rimase corrucciato. 

Se quel treno era così pericoloso, quel signore come avrebbe fatto? Cosa gli sarebbe successo? 

Il signor Theo, indovinando i pensieri che si nascondevano dietro l’espressione triste del nipote, lo confortò: “Non ti preoccupare. Con la mappa, quel turista troverà la strada di casa. Ci vorrà un po’, ma tornerà”. 

Pochi secondi dopo, silenziosamente com’era arrivato il convoglio argentato sparì nel tunnel della metropolitana, subito seguito dal consueto treno verde. 

I due salirono con i pochi rimasti sulla banchina e tornarono verso casa. 

“Ieri ho visto il Silverpilen! Ci sono quasi salito.” Annunciò Lucas durante l’intervallo, il giorno successivo. 

Ma figurati! Feg* come scapperesti anche di fronte al suo modellino!” Lo prese in giro Marcus, il bulletto della classe. 

“Feg! Feg! Feg!” Intonarono gli altri compagni. 

Lucas era davvero stufo delle loro prese in giro. 

Ogni giorno era la stessa storia: lui cercava di andarci d’accordo, ma loro lo schernivano a ogni intervallo. 

“E allora vieni con me alla metro, più tardi!” Urlò a Marcus. “Vince chi sale sul Silverpilen. Se vinco io, tu la smetti di rompermi le scatole!”

“E se ovviamente vinco io?” gli rispose ridendo il ragazzino. 

“Se vinci tu… Mi puoi prendere in giro per il resto dell’anno, potrai farmi come vorrai!” Concluse Lucas. 

A Marcus la sfida piacque: con una stretta di mano il patto fu sigillato.   

… 

All’uscita della scuola, ad attendere i due contendenti c’era un gruppetto di ragazzini incuriositi. I due contendenti non sembravano entusiasti del guaio in cui si erano cacciati, ma ormai era troppo tardi. 

“Ah, sei venuto…”

“Eh, anche tu…” 

Senza guardarsi, in silenzio e con le gambe che avevano un po’ di tremarella percorsero il breve tragitto che divideva la scuola dalla stazione della metropolitana. 

Lì scesero gli scalini e si diressero alla banchina, dove attesero. 

Uno, due, tre treni. I convogli arrivavano e ripartivano colmi di viaggiatori che andavano nei vari punti della capitale. 

A un certo punto, durante una breve pausa di servizio, un sottile sibilo gelido annunciò l’imminente arrivo del Silverpilen. 

… 

Una folla di anime vuote popolò la banchina. 

I ragazzini che avevano accompagnato i due contendenti si strinsero dietro a una colonna, mentre Lucas rimaneva fermo al suo posto d’attesa, nonostante la tremarella alle gambe e l’eco della promessa fatta al nonno che gli risuonava in testa. 

Vedendo che Lucas non indietreggiava, anche Marcus rimaneva accanto a lui. Lo tradì solo la mano, che nel momento in cui il treno aprì le porte si strinse inaspettatamente a quella del suo compagno. 

Insieme, spinti dalla folla i due ragazzini varcarono la soglia del vagone e sentirono la vita che scivolava via lungo le rotaie. 

Insieme, guardarono le porte chiuse e il treno ripartire. 

Insieme, giunsero alla stazione Kymlinge, dove scesero con tutti gli altri passeggeri, che immediatamente si dissolsero nella nebbia invernale della stazione abbandonata.  

Ancora vivi, senza sapere più dove andare o come tornare, si sedettero sull’unica panchina della stazione. 

“Hai… Vinto!” Mormorò Marcus a Lucas mentre calde lacrime iniziavano a bagnargli le guance. 

Lucas gli sorrise e gli strinse la mano. 

Lì, intrappolati nel limbo alla fine del mondo, nessun rancore aveva più significato. 

Il nonno di Lucas arrivò trafelato alla stazione un minuto dopo la partenza del convoglio maledetto. 

A scuola gli avevano riferito che il nipote si era diretto con i compagni alla metropolitana per risolvere una sfida di coraggio.

“Parlavano del Silverpilen...” Aveva riferito la maestra, senza prestare troppa attenzione a quella che riteneva essere una innocente schermaglia tra bambini. 

Senza salutare era corso alla metropolitana, giusto in tempo per scorgere Lucas entrare nel vagone e vedere il convoglio ripartire. 

La disperazione offuscò di nuovo i suoi occhi. 

Si guardò intorno in cerca di un appiglio, di una ragione per cui il ragazzino avrebbe potuto dimenticare la promessa fatta il giorno prima. 

Scorse quasi subito i compagni di classe, che tra una risatina e l’altra prendevano in giro il nonno preoccupato e attendevano il ritorno dei due ragazzini. 

Andò verso di loro furioso, con il viso stravolto dal dolore. Alla vista dell’uomo, tutti ammutolirono. Un paio si spaventarono al punto di mettersi a piangere. 

“Non torneranno, idioti. Senza una mappa non potranno tornare se qualcuno non prende il loro posto alla stazione del limbo!” 

Tutti i bambini, all’idea di perdersi nel limbo, indietreggiarono. 

Il signor Theo sogghignò. 

“E voi davate del Feg a mio nipote? Begli amici che siete… Per Lucas andrò io, ma per l’altro…”              

Il sibilo gelido preannunciò l’arrivo di un nuovo convoglio. 

Il signor Theo con un lungo respiro si avvicinò alla banchina, pronto a sacrificarsi per il nipote. 

D’un tratto, la sua mano fu afferrata da un’altra più piccola. 

Theo si voltò e notò che stringeva un bambino dall’aspetto malato, che gli rivolse un sorriso fiducioso.  

“Sono malato, signore. Se per lei va bene, al posto di Lucas le farò compagnia io”. 

 Theo prese in braccio quel bambino coraggioso di cui manco conosceva il nome, e insieme varcarono la soglia del treno maledetto. 

Le porte si chiusero dietro di loro, mentre i ragazzini increduli osservavano la scena tra le lacrime. 

… 

Lucas e Marcus non avevano idea di quanto tempo avevano trascorso in quella stazione. 

Ore? Giorni? Anni? 

Nulla aveva senso, laggiù. 

Non avevano fame, sete, non provavano nulla. 

Semplicemente, attendevano qualcosa. 

Un giorno, qualcosa cambiò. 

… 

A Lucas sembrò di vedere il nonno con un altro bambino scendere a Kymlinge, ma non ne poteva essere certo. 

Quello che era sicuro, invece, era che si trovava su un treno verde insieme a Marcus, entrambi diretti verso la stazione da cui erano partiti. 

Si guardarono dal finestrino. 

Il viso di due giovani uomini svedesi restituì loro l’occhiata indagatrice.  

Una voce risuonò nelle loro teste: ricordatevi di noi. 

… 

Un momento fugace, porte che si aprono. 

All’uscita della metro si salutano gentilmente: sono molto amici, fin dai tempi dell’infanzia. 

La vita dei due giovani riprende a scorrere frenetica nel cielo plumbeo dell’inverno di Stoccolma. 

  


- Silvia F. -


Ti è piaciuto il mio racconto? 

Sostieni la mia passione per la scrittura cliccando qui: ko-fi.com/silviaf711


*Feg = vigliacco

69 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Commentaires


bottom of page