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Parigi e la sua magia



Come si può smettere di fare l’amante e allontanarsi da una vita che non ci appartiene?

Facile! Si preparano le valigie e si percorrono 800 km scarsi arrivando nella terra dell’Amore.

Ed era ciò che aveva fatto Lisa.

 

Atterrata a Parigi, respirò a pieni polmoni sentendo già un nuovo odore che la catturò all’istante.

La decisione di partire era stata così veloce che non era riuscita ad organizzarsi al meglio per dove alloggiare, così inizialmente si sarebbe trovata a stare a casa da un amico (puro sangue francese) della sua migliore amica almeno per le prime notti, in attesa di un posto migliore.

In realtà Lucas era decisamente un ragazzo a modo, simpatico, educato e molto ospitale.

“Chéri, tu devi essere l’amica di Chiara! E’ bellissimo averti qua! Entra che ti faccio vedere la casa”

L’accoglienza che Lisa ebbe, la fece sentire subito al sicuro e si tranquillizzò.

“Così tu sta scappando dall’amore eh?

“No, in realtà sono qua proprio perché credo nell’Amore”

Vide passare davanti agli occhi gli ultimi cinque anni della sua vita. Tutta la delusione, l’amarezza, le lacrime, le notti da sola, le corse per raggiungerlo, i regali mancati, i Natali da sola, le vacanze senza di lui, i compleanni a sperare in una sorpresa. Vide e sentì tutta l’umiliazione provata per tutto quel tempo.

“Allora sei nel posto giusto Chéri. Qui non puoi non innamorarti. Ti innamorerai dei fiori che sbocciano, del sole che ti scalderà mentre sorseggerai un caffè in un delizioso bar di Montmartre, ti innamorerai ogni volta che vedrai la Tour Eiffel alta e imponente, o delle barchette che attraversano la Senna. Qui c’è amore ovunque. Non puoi non innamorarti, fidati. “

 

La prima notte nel suo nuovo letto, nella sua nuova casa, Lisa fece fatica ad addormentarsi.  Guardava il soffitto, con i pensieri che andavano a mille. Aveva deciso, senza dire niente a nessuno, di “scappare” da quella vita che ormai le andava stretta. Quella vita che pensava che non l’appartenesse più. Erano cinque anni che aveva una relazione clandestina. Clandestina perché lui era sposato con tre figli. E dopo, promesse non mantenute, mancanze, assenze, umiliazioni, era arrivata al fatidico punto di non ritorno: dopo l’ennesima litigata con lui, pianse a dirotto, ma a differenza delle altre volte, spense il telefono, infilò un po' di cose in un trolley, prenotò il volo, e partì. Senza avvisare nessuno, soprattutto lui. Chiamò il direttore della compagnia di ballo di cui faceva parte e si licenziò, dicendo che aveva bisogno di cambiare aria.   

Quando chiamò Chiara, la sua migliore amica, per raccontarle tutto, e per chiederle se potesse sentire il suo amico parigino, lei disse solo

“Riprenditi la tua vita Amica mia, ritrovati”.

Il bello di Chiara era proprio questo: non giudicava e appoggiava ogni azione completamente priva di razionalità. Erano circa le quattro del mattino quando finalmente si addormentò.

La mattina seguente la sveglia suonò alle 06.30.  Voleva provare ad entrare nel corpo di ballo del Moulin Rouge. Anche se, appena aprì gli occhi, tutto l’entusiasmo che aveva in Italia, era svanito. E, la tristezza e l’amarezza, prevalevano su qualsiasi altra emozione. Iniziò ad andare in panico perché erano più di ventiquattro ore che non lo sentiva, ma soprattutto lui non aveva la minima idea di dove fosse lei. Forse aveva fatto una cazzata a tagliare così drasticamente i ponti senza nemmeno dare una spiegazione.

Sembrò quasi che Lucas avesse ascoltato i suoi pensieri.

“Hai fatto bene. In certe situazioni è come farsi la ceretta: meglio tirare via la striscia veloce, che fare piano piano. Fidati, è stata la decisione più saggia che tu potessi prendere.

Non riuscì a dire nulla. Incassò il commento e finì la sua colazione.

 

Però su una cosa Lucas aveva ragione: impossibile non innamorarsi di questa città e di ogni suo dettaglio. Mentre passeggiava per le vie di Parigi, si sentiva bene, leggera e sembrava quasi che la pesantezza che fino a qualche giorno prima faceva parte di lei, non fosse mai esista. Arrivò davanti all’ingresso del Moulin Rouge, con il suo borsone e tutta la sua voglia di riscatto.

Si stavano svolgendo le audizioni per entrare a far parte corpo di ballo. Lei aveva poca esperienza nel Can Can, però ci volle provare. Superò la prima selezione. Il giorno dopo doveva presentarsi nuovamente per la seconda.

Era felice, non pensava di riuscire a passare al primo colpo la selezione. Decise quindi di godersi la giornata per le vie della città. Arrivò davanti la Senna, e si sedette su una panchina.

“Ti amo, ma non posso lasciarla. Ho tre figli. Ho delle responsabilità. Cosa penserebbe la mia famiglia? Non posso dare questa delusione a mia madre. Abbiamo da poco comprato casa. Partiamo per 3 settimana per il mare, non potrò farmi sentire. Scusa. Mi dispiace. Non posso. Mi farò perdonare”

Una carrellata di frasi che nel corso degli anni si era sentita dire, come fulmini colpivano i suoi pensieri. Più cercava di mandare via quella voce e ciò che diceva, e più le risuonavano in testa. Decise così di alzarsi da quella panchina, e fare la turista per quel giorno, andando a prendere un biglietto per fare il giro sul battello sulla Senna.

 

“Chéri, sei tornata! Ti presento Hugo, il mio fidanzato”

“Ciao piacere Lisa”

“Ciao Lisa, allora com’è andato il primo giorno a Parigi?”

“Bene! Ho superato la prima selezione alle audizioni al Moulin Rouge! Domani avrò la seconda! Non vedo l’ora!”

“Fantastico! Allora stasera apriamo il vino buono per festeggiare questo primo traguardo! Benvenuta a Parigi Lisa, che questa città ti accolga nel modo che meriti”

E con questo augurio, fecero tintinnare i calici.

 

La seconda notte si addormentò ad un orario decente, ma un pianto lento e silenzioso la cullò fino allo sfinimento.

La mattina dopo, Lucas e Hugo erano ancora a letto quando si alzò, decise quindi di prendere il suo borsone e di fare colazione al bar. Mentre si gustava il suo pain au chocolat, scrutò tra la gente un viso familiare: per un attimo si fermò il battito del suo cuore. Subito dopo si rese conto che aveva avuto un abbaglio. Non era lui. Anzi, in quel momento realizzò ancora di più quanto fosse impossibile che lui potesse trovarla ma soprattutto che lui avesse il coraggio di andare a riprenderla. Era un codardo meschino e questo lei lo sapeva bene.

 

Sapeva di essere brava, ma mai avrebbe creduto di riuscire a diventare una ballerina del

Moulin Rouge dopo soli due giorni che viveva la.

 

Tornò a casa con una torta e una bottiglia di champagne, che per quanto l’ebbe pagata, doveva essere decisamente molto buono, o almeno lo sperava.

 

Quella sera Lucas invitò qualche altro amico per festeggiare. Fu una serata piacevole e aiutò Lisa, almeno per qualche ora, a non pensare a ciò, o meglio chi, aveva lasciato in Italia.

Ma, quella notte, si addormentò quasi subito dopo aver appoggiato la testa sul cuscino, senza nemmeno versare una lacrima.

 

Due settimane dopo iniziò a lavorare al Moulin Rouge. Durante il giorno, per almeno quattro ore dovevano provare le coreografie, e poi si stabiliva chi ballava al primo turno e chi al secondo. Per sette sere di fila ballò dopo le 21.30, ma l’ottava sera, la misero nel primo turno. Era decisamente emozionata e felice per quell’opportunità. Ballare al primo turno voleva dire avere molta più visibilità e un maggior pubblico in sala. Per quell’occasione vennero anche Lucas e Hugo.

Lisa si rese conto di quanto era stata fortunata ad aver conosciuto questi due ragazzi che l’aveva supportata e aiutata fin da subito.

Lo spettacolo fu un grandissimo successo, tanto da farla ballare nel primo turno per altre sei sere di fila.

Ma già dalla prima sera, Lisa, si accorse della presenza di un uomo seduto sempre allo stesso tavolo, in prima fila.

Tornata in abiti civili, andò al bancone del bar a prendere qualcosa per rinfrescarsi e chiese a Nathan chi fosse quel uomo.

“È Thierry Leroy, il più importante creatore e produttore di profumi femminili della Francia, non lo conosci? È famoso in tutto il mondo”

Effettivamente il nome le era famigliare. Fece subito una ricerca su Google, scoprendo che era uno degli uomini più ricchi del paese, con un’azienda e un patrimonio da capogiro, scapolo, di buona famiglia, a cui piaceva l’arte, il vino bianco, e il can can. Motivo per cui, da sei sere lo vedeva in prima fila.

Seduta in una dei tavoli riservati al personale, mentre sorseggiava il suo cocktail, intenta a osservare le sue colleghe per imparare più cose possibile, non si rese conto ce Thierry Leroy le si avvicinò.

“Buona sera Mademoiselle. Non vorrei sembrare inopportuno, ma posso offrirle qualcosa da bere?”

Chiese lui guardando il bicchiere di Lisa quasi vuoto.

Lei rimase in silenzio a guardarlo, abbastanza incredula per ciò che stava succedendo. Da vicino era decisamente più bello che nella penombra della sala o della foto su Google.

“Ehm… io…. S-si, va bene”

Lui si alzò, le sporse il braccio e aggiunse.

“Prego”

Lisa si mise sottobraccio e lui la portò all’uscita.

Ad aspettarli c’era una limousine. Lisa iniziò a credere che fosse uno scherzo o qualcosa di simile. Non capiva se aver più paura o essere più stupita.

L’autista li portò alla Senna, dove un battello praticamente vuoto li stava aspettando.

Partirono e dello champagne fu portato al loro tavolo.

Lisa, che era decisamente una ragazza umile, e che certe cose le aveva viste solo nei film, non riusciva ancora a credere che tutto ciò stesse capitando a lei.

Thierry era semplicemente magico: aveva un modo di parlare che la incantava, era educato, molto rispettoso, gentile e aveva degli occhi buoni. Passarono ore a girovagare sulla Senna, parlando e bevendo, fino a notte inoltrata. Erano uno di fronte all’altro rapiti completamente dai discorsi e dai loro sguardi. Approdarono e andarono sotto casa di Lisa. Scese anche lui dalla macchina, dandole la buona notte col bacia mano.

Lisa, dopo anni e anni di notti insonne e agitate, dormì così profondamente e rilassata che al mattino non sentì nemmeno la sveglia.

“Buongiorno Chéri, c’è una sorpresa per te!”

Lucas fece irruzione nella sua stanza con un enorme mazzo di rose rosse contornate da rose blu.

“Su su leggi il bigliettino”

“Mi hai stregato. Voglio rivedere i tuoi occhi. Sei magia pura”

Lisa e Lucas si guardarono meravigliati.

“Direi che non c’è il minimo dubbio su cosa devi fare: questo è uno degli uomini più desiderati e ricchi della Francia, ok Chéri? È la tua occasione”

Lisa sorrise e si rituffò nelle coperte con aria sognante.

Era il suo giorno libero. E mentre cercava di rassettare un minimo la sua stanza e la casa, arrivò un pacco per lei. Dentro un bellissimo abito da sera, blu notte con una fascia sotto al seno, una scollatura lungo la schiena, e una piccola boccetta di profumo, accompagnati da un bigliettino:

“Stasera Mon Bijou vorrei portarti in un posto speciale. Se ti piace indossa questo vestito e questo profumo che stamani ho creato pensando ai tuoi occhi e alle tue labbra.

Alle 21.00 in punto Lisa aprì il portone e ad aspettarla c’era Thierry ed una carrozza.

Le si avvicinò, le baciò mano e le sussurrò all’orecchio:

“Que le conte de fées commence”

 

 

 

-Ille-

 

 

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1 Comment


Romano Portas
Romano Portas
Mar 13

Molto bello bravissima🥰

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