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Immagine del redattoreSara

Gli impasti magici della Bottega di Nuccia

Aggiornamento: 1 mag



I primi fiocchi di neve scendono, allegri, spolverando le strade del centro abitato. 

Sulle rive della Laguna di Venezia, tra le casette colorate di Murano, c’è una piccola vetrina che lascia vedere l’interno di una pasticceria, tanto amata dagli abitanti dell’isola della tradizione vetraria.

Mancano solo 3 giorni a Natale e, nella piccola Bottega di Nuccia (questo è il nome della pasticceria), un omino di pan di zenzero si dispera: “Nuccia! Nuccia!”, strilla, piangendo.

“Che c’è, omino di pan di zenzero?”.

“Devi farmi più bello!”.

“Cosa? E perché?”

“Perchè nessuno mi compra!”.

“Vedrai che ti compreranno!".

“Nooooo! Devi farmi i capelli fluenti e gli occhi espressivi e la bocca che non sia solo un cerchio rosso! E mettermi un vestito più elegante! Così mi compreranno!”.

Nuccia sorride dell’insolita richiesta: “Ok, ok. Ora, però, calmati.”. 

Di buona lena e con pazienza, comincia ad impastare per quietare il piccolo amico: gli modella i capelli, gli cambia gli occhi e la bocca, gli colora le guance e aggiunge un completo elegante e delle scarpe lucide.


Tuttavia, il giorno dopo, con grande delusione, nessuno chiede dell’elegante omino. 

Così, nella notte del 23 di Dicembre, la scena si ripete: “Nuccia! Nuccia!”, strepita, in lacrime.

“Sì? Che c’è?”, sospira Nuccia.

“Non mi hai fatto abbastanza bello!”.

“Ma se sei bellissimo! Cosa dici?”.

“Non è vero! Infatti nessuno mi porta a casa con sé! E domani è già la Vigilia!”.

Una vocina interrompe il battibecco: “Magari nessuno ti compra perché non ricordi più il Natale!”. Dalla scatolina delle meringhe, esce un pupazzo di neve: “Sei vestito come se dovessi andare a teatro!”. 

“E tu che ne sai, pupazzo?”, esclama, stizzito, l’omino. 

“Hai notato quali sono i biscotti che i bimbi comprano più volentieri?”.

L’omino ci pensa un po’: “Mmmmh… le renne! Ah, sono così felici! Agitano in aria le corna quando vengono scelte!”.

“E poi?”, lo incalza il pupazzo.

“I fiocchi di neve di pasta di zucchero!”.

“E poi?”.

“I pacchetti di cioccolato e gli alberelli con le lucette e… anche voi pupazzi di neve!”.

“E perché secondo te?”.

“Perchè siete tutti più belli di me!”.

“Sbagliato!”.

L’omino lo guarda, un po’ confuso. Non sa cos’altro rispondere. 

“Secondo me…”, un’altra vocina prende parte alla discussione. E’ Riccardino, il figlio maggiore di Nuccia, che spunta da dietro la porta del laboratorio. Tutti si girano a guardarlo. Continua: “… siete tutti bellissimi, ognuno per delle cose diverse. Ma, se dovessi scegliere cosa comprare, io sceglierei proprio te, omino di pan di zenzero.”.

L’omino è colto da improvviso stupore e felicità: “Davvero?! E come mai?”.

“Perché la mia mamma, quando ti prepara, canticchia le favole di Natale a me e al mio fratellino.”.

Nuccia accarezza i capelli di Riccardino, un po’ commossa.

Il bimbo prosegue: “Non credo sia una questione di bellezza, ma di cosa ricordate. Le renne, da alcuni, vengono associate a Babbo Natale; i fiocchi di neve e i pupazzi, magari, evocano i momenti di gioco insieme in cortile; i pacchetti e gli alberelli, facilmente, la famiglia che si riunisce per scambiarsi i doni… 

Perché non provi ad immaginare che ricordo del Natale vuoi rappresentare, omino? Così la mia mamma può aiutarti a cambiare di nuovo look, però non per farti più bello.”.

Tutti, nella bottega, stanno sorridendo. Compreso l’omino di pan di zenzero che, adesso, sa esattamente quali modifiche chiedere a Nuccia: “Va bene! Ci sono! Nuccia, ho deciso: vorrei tenere tra le mani una tazza di cioccolata calda!”

“Ah sì? E come mai?”, chiede curiosa.

“Perché… è buonissima, è un ottimo pretesto per passare del tempo insieme, riscalda, è una coccola dolce, e poi… credo che abbia un profumo magico perché tutti, quando la annusano, sorridono felici. Credi che si possa fare, Nuccia?”.

“Credo proprio di sì! L’abito elegante lo togliamo?”.

“Sì! Anche il ciuffo di capelli fluenti. Credo basti un bel sorriso.”

“Sì, lo credo anche io, omino. Mettiamoci subito all’opera!”.


La sera della Vigilia è arrivata, tutti si stanno dirigendo verso casa e Nuccia tira giù le serrande della Bottega.

“Mammina, quanti biscotti sono rimasti quest'anno?".

“Nemmeno uno, Riccardino!”.

“Davvero? Che bello! Mammina sono proprio felice! Tutti i dolcetti sono piaciuti!”.

“Sì, abbiamo fatto proprio un ottimo lavoro!”.





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