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Immagine del redattoreSilvia

Francia, 2378

L'ombra della navicella oscurava il sole ormai pallido, proiettando una lunga scia di tenebra sulla terra arida e desolata. Il vento sibilava tra le rovine scheletriche di grattacieli un tempo svettanti, ora ridotti a cumuli di polvere e metallo arrugginito. All'interno della navicella, l'equipaggio osservava in silenzio il panorama desolante che si dispiegava sotto di loro.

"Francia, anno 2378" pronunciò con voce ferma il capitano Elara, fissando lo schermo che mostrava una mappa dettagliata del territorio.

Il tenente Mija incrociò i tentacoli e scosse la testa gelatinosa, rabbrividendo al pensiero di ciò che la specie umana aveva causato al proprio pianeta. "Impossibile immaginare che un tempo qui ci fossero civiltà sviluppate, campi coltivati e foreste rigogliose" commentò con amarezza, osservando il territorio desolato che si stagliava sotto di loro.


Il silenzio, rotto solo dal ronzio del motore, accompagnava il fruscio delle immagini satellitari che scorrevano sullo schermo: città fantasma, coste erose dall'innalzamento dei mari, deserti che si estendevano dove un tempo si coltivavano prodotti conosciuti e apprezzati in tutta la via Lattea. La Francia, un tempo simbolo di bellezza e cultura, era ridotta a un cumulo di rovine, uniche testimoni del suo antico splendore.


"La nostra missione è di verificare se vi sia traccia di vita, in particolare umana, e di raccogliere dati per comprendere meglio l'entità della catastrofe" ricordò Elara al suo equipaggio. "Inoltre, dobbiamo rilevare e conservare memoria di ciò che è successo, affinché le future generazioni e i nuovi pianeti in via di sviluppo non ripetano i medesimi errori."

Così dicendo, diede ordine di avvicinarsi all’atmosfera terrestre, ne rilevò i componenti principali e continuò il suo silenzioso sorvolo, fotografando monumenti fantasma e cimiteri di alberi. L'equipaggio era consapevole di osservare l'eco silenziosa in un mondo ormai distrutto.


Mentre la Francia scorreva sotto di loro, Elara aveva quasi perso le speranze di trovare tracce di vita. Gli uomini, annientati dalla loro sete di potere e sviluppo incontrollato, avevano finito per ammazzarsi tra di loro, distruggendo prima la natura che ne garantiva la sopravvivenza e poi le loro civiltà medesime. Studiandoli per la missione, il Capitano si era stupita di quel fermo principio di morte: nessun altro essere vivente, nell’universo, pareva dotato di un simile spirito di autodistruzione. In più, nessuno studio era finora riuscito a spiegare come questo principio si potesse coniugare con i livelli di tecnologia e cultura raggiunti nell’ultimo secolo sul pianeta Terra.


Grazie alle rilevazioni effettuate, l’equipaggio sperava di poter aprire nuove vie d’indagine, nell’intento di prevenire simili catastrofi planetarie future.

La navicella sorvolò vari territori: a parte sparuti gruppi di profughi prossimi all’annientamento, Elara non trovò tracce di sviluppo vitale possibile.


PARIS

“Paris si presenta come un territorio desertico. Le strade, un tempo affollate da esemplari appartenenti alla specie umana residenti o di passaggio, ora risultano silenziose e abbandonate. La temperatura costante del suolo, vicina ai 50° Celsius, rende impraticabile la discesa. Si rileva la sopravvivenza della cosiddetta Tour Eiffel, mentre si evince la distruzione completa dei musei riportati nei libri di storia. Non si rilevano tracce della reggia di Versailles, probabilmente del tutto abbattuta dai bombardamenti del 2096”.


NANCY

“Nessun rilevamento trovato associabile ai luoghi denominati Nancy e Lyon. Inverno nucleare in corso. Discesa impraticabile.”


GRENOBLE

“Si rilevano gruppi di umani che percorrono vie compatibili con antiche strade associate alla località Grenoble. Si tenta un approccio amichevole basato su luci e segnali MORSE, totalmente fallimentare. Si passa a una discesa, resa possibile dalle temperature più miti registrate sui rilievi montuosi, e viene stabilito un contatto sonoro in lingua francese e inglese. A tale contatto viene risposto con un feroce attacco ostile nei nostri confronti da parte di alcuni esemplari. Altri, che ci ignorano totalmente, sembrano intenti a fronteggiarsi con il proposito di cibarsi a vicenda del perdente. Tentativo di contatto fallimentare: la specie umana, ormai in via di estinzione, pare regredita al livello non senziente. Dopo la raccolta di alcuni campioni, viene abbandonato il territorio”.


NICE

“Completamente sommersa.”


BORDEAUX

“Completamente sommersa. Raccolti campioni di antichi vitigni con il proposito di impiantarli in serra e verificare la coltivabilità.”


LIMOGES

“Altri gruppi di umani. Al nostro passaggio, pronunciano suoni incomprensibili e cercano di nascondersi. Probabilmente, a causa del forte spavento uno di loro cade svenuto. Viene accerchiato e attaccato dagli altri viventi, intenzionati a finirlo e cibarsi delle sue carni. Inverno nucleare in espansione. Discesa non avvenuta per evitare rischi di contaminazione dell’equipaggio.”


NANTES

“Nessuna traccia. Probabile distruzione completa o sommersione totale.”


Dopo un ultimo giro sulla desolante carcassa della città di Parigi, devastata da guerre nucleari e cambiamenti climatici, la navicella si allontanò nel cielo stellato, alla ricerca di nuovi pianeti e civiltà con speranza di sopravvivenza.


Elara lanciò un ultimo sguardo rassegnato al globo terrestre: la Terra, una volta gioiello scintillante del sistema solare, risultava ormai un pianeta completamente morto.



Silvia F.


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