top of page
Cerca
Immagine del redattoreIlle

La notte di San Lorenzo

Aggiornamento: 12 ago 2023



Sapete quando si dice che tutti, prima o poi tornano?

Un po' quello che diceva Antonello Venditti: "Certi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano? "

Ecco, è decisamente vero. Magari passano mesi, anni, magari quando tornano non te ne frega più nulla, ma tornano. Perché a loro, a questi amori, non frega nulla che tu sia andata avanti, che tu abbia raccolto pezzetto per pezzetto il tuo cuore cercando di ricomporlo. Loro molto presuntuosamente, senza troppi preamboli, fanno capolinea nella tua vita e cercano di capire se c’è ancora spazio per loro.

Sta a te decidere cosa fare. Se mandarli via o farli rientrare nella tua vita.

Anche se io, sono dell’avviso, che se questi benedetti amore sono andati via, perché farli rientrare nella nostra, ormai, equilibrata vita?

Ed è un po' la mia storia con Lorenzo.


Lorenzo l’ho conosciuto il 09 agosto 2013, sulla spiaggia di Capo Coda Cavallo, in Sardegna, davanti ad un falò. Era ormai qualche anno che mi ero trasferita a San Teodoro per cercare di trovare me stessa. Ero uscita da una relazione che mi aveva devastata moralmente ed emotivamente. E, andare a vivere in Sardegna, è stata la decisione più saggia che potessi prendere. Ho ritrovato e riscoperto me stessa, ho fatto nuove amicizie, sono riuscita ad aprire la mia bottega di mobili antichi, solo mia.

Insomma mi ero rialzata e avevo tirato fuori la grinta che per molti anni avevo lasciato chiusa nel cassetto.

Con Lorenzo fu decisamente un colpo di fulmine. Me lo presentò Andrea, il mio vicino di casa che lo ospitava per qualche giorno. Erano amici dai tempi del liceo. Lorenzo era originario di Roma ma viveva da tantissimi anni a Torino, e per lavoro viaggiava moltissimo, venendo spesso in trasferta in Sardegna.


Ciao piacere, Lorenzo”

“Ciao, sono Eleonora”


Fu scintilla da subito. Alto, fisico longilineo e asciutto, moro, occhi color nocciola, intensi e profondi. Sguardo magnetico. E la prima cosa che ho pensato, anzi forse la seconda (…) è stata “Questo deve essere un grandissimo strxxxo”. Aveva proprio l’aria da furbo. E sapeva di esserlo. Così come sapeva di essere un bell’uomo. Aveva tutti gli sguardi delle ragazze sulla spiaggia puntati addosso. Ma, ingenuità o voglia di non dare retta al mio sesto senso, superai questa cosa, e gli diedi corda. Anche perché lui sembrava interessato solo a me. E questa cosa, non nascondo, che mi ha lusingato tantissimo. Era pieno di donne, ragazze più o meno giovani di me, e per lui sembrava esistessi solo io.

Fu così che, credo, mi conquistò. Volle sapere tutto di me. Chi ero, da dove venivo, quale era la mia storia. Tutto. Tra una canzone e l’altra che cantavamo tutti insieme intorno al fuoco, mi fece tantissime domande. E al contrario della maggior parte delle persone, sembrava anche interessato alle mie risposte. Andammo via per ultimi dalla spiaggia, a falò ormai spento e a chitarra che aveva smesso di suonare. Contro ogni mia aspettativa, arrivati davanti a casa, mi diede un bacio sulla guancia e mi chiese se il giorno dopo fossi stata libera. In realtà non lo ero, avrei dovuto aprire il mio negozietto, ma decisi di chiudere per un giorno. D’altronde da quando vivevo in quel posto fantastico, non mi ero mai presa delle vere e proprie ferie.

Ci vedemmo qualche ora dopo, praticamente, per la colazione. Nonostante le tre ore di sonno sulle spalle, ero fresca come una rosa. Non mi sentivo così emozionata nel uscire con un uomo da anni. Ma, c’è da dire, che era un aspetto della mia vita che ultimamente avevo messo da parte, dando più importanza ad altro.

Dopo la colazione sul baretto della spiaggia, mi propose un giro in barca. Non ricordo giorno più bello di quello degli ultimi anni. Mi sentivo felice come una bambina, e lui era semplicemente perfetto. Troppo. Quasi da sembrare finto. Ma per la seconda volta feci finta di niente, azzittì le vocine nella mia testa e cercai di godermi il più possibile quei momenti.

Rientrati da quella gita in barca, la sera, senza nemmeno dirlo, eravamo nuovamente in spiaggia. Questa volta con asciugamano e coperta, sdraiati per vedere le stelle cadenti.

Di stelle ne vedemmo un paio, ed io espressi un desiderio, che a lui, ovviamente, non rivelai mai. E nonostante i miei 35 e i suoi 39 anni, quella notte facemmo l’amore in spiaggia come due adolescenti.

Passammo così le tre settimane successive. Lui venne spesso in negozio durante il giorno per salutarmi, o darmi semplicemente il bacio del buon giorno, o del buon pomeriggio, o della buona sera. Ogni scusa era buona per venire a darmi un bacio insomma.


Da quello che avevo capito lui si occupava di vendita di case, o meglio, di ville di lusso, quelle per intenderci, dei vips. Veniva, faceva dei sopralluoghi, andava in cerca di casa in vendita da ristrutturare, o di ville già fatte e finite da proporre ai suoi compratori.

Devo dire che gli affari gli giravano bene.


Ma era arrivato il giorno della partenza. Dopo aver passato tre settimane come due adolescenti innamorati, era arrivato il giorno della separazione. Mi ero talmente vissuta pienamente i nostri momenti, mi ero talmente lasciata andare in questa nuova conoscenza, che non avevo minimante focalizzato l’idea che lui dovesse rientrare a Torino.

Inutile dire che quando lo realizzai, mi sentì il vuoto sotto ai piedi. In sole tre settimane, questo uomo mi aveva sconvolto la vita, mi aveva completamente inglobato nel suo mondo, e me ne ero semplicemente innamorata. Ma innamorarsi a 35 anni, dopo essersi ricostruita, di un uomo che vive chilometri e chilometri da te, non era proprio la cosa più furba da fare. Ma ormai, il dado era tratto.

“Ma io mica ti faccio scappare. Sarò qua ogni mese. Ci vedremo spessissimo, nemmeno ti accorgerai della lontananza, te lo prometto.”

A quelle sue parole, il mio cuore fece un sussulto.

E così andò.

Ogni mese, giorno più, giorno meno, lui passava almeno una settimana da me. Ed era come se non ci fossimo mai allontanati, anche se il salutarsi diventava ogni volta più angosciante.


Difficile a credersi, soprattutto per me, ma questa storia andò avanti poco più di 4 anni.

Tre anni in cui d’inverno lui passava quasi metà del mese in Sardegna e d’estate aveva allungato il periodo, stando quasi 3 mesi. Finalmente una sera del 2017, esattamente la notte di San Lorenzo (e di quelle maledette stelle cadenti) mi disse che aveva chiesto il trasferimento come base fissa in Sardegna, cercando anche di viaggiare il meno possibile.

Ero al settimo cielo. Avevamo parlato più volte di come poter andare avanti con la nostra storia, che la lontananza stava diventando logorante, ma non eravamo mai arrivati ad un dunque. Gli saltai addosso felicissima ed emozionatissima.

Lui aveva la capacità di farmi vivere le emozioni come solo a quindici anni riesci a viverle.


In attesa che lui avesse il trasferimento, e preparasse tutte le pratiche, quell’autunno decisi di fargli una sorpresa.

Paradossalmente io non ero mai andata a Torino a trovarlo. Me ne pentì appena messo piede in città. Senza dirgli nulla, recuperai l’indirizzo su un pacco che mi aveva spedito e mi presentai sotto casa. Ero appena scesa dal taxi, stavo per attraversare la strada, quando il portone si aprì, e uscì lui, mano nella mano con una rossa. Rimasi pietrificata. Ero li sul ciglio della strada a guardare mentre loro si salutavano, senza riuscire a fare o a dire nulla. Appena tornata in me, speravo che non mi avessero visto. D’impulso seguì lei.

Si fermò poco più avanti, in un bar a fare colazione. Non sapevo come attaccare bottone, ma dovevo sapere, dovevo capire che cosa diavolo stesse succedendo. E con una naturalezza fuori dal comune, e in quel momento pure inappropriata, mi avvicinai a lei, mi sedetti al suo tavolo e senza troppi giri di parole le chiesi:

Scusa ma tu chi sei? Ti ho visto baciare Lorenzo sotto casa sua, uscendo dal portone mano nella mano”

Il suo sguardo si indurì d’improvviso.

“Ma chi sei tu e cosa vuoi?”

Non ci pensai due volte

“Sono Eleonora, la fidanzata di Lorenzo”

Il suo sguardo cambiò nuovamente. Non riuscivo a decifrarlo. Ma inizia a preoccuparmi

“Ma cosa diavolo stai dicendo? Iniziò ad urlare. “Sono io la fidanzata di Lorenzo, da quasi tutta la vita, visto che stiamo insieme da 13 anni”

Non ricordo molto bene cosa successe subito dopo. Mi ricordo la nausea. Il giramento di testa. E la sensazione di vuoto e di panico che mi pervase.

Appena i miei sensi tornarono tutti attivi, mi alzai dal tavolino e iniziai a camminare il più veloce possibile. Lei mi corse dietro

Fermati!! Spiegami chi sei e cosa vuoi da Lorenzo!”

“Nulla non voglio nulla da Lorenzo. Credo di aver sbagliato persona”.

Recuperai il primo taxi che trovai e mi fiondai in aereoporto. Tornai a casa, nella terra che già una volta, molti anni prima, mi aveva fatto rifiorire, e che ora, aveva lo stesso arduo compito di aiutarmi a ricominciare.

Tornata a casa, buttai tutto ciò che avevo di lui. Cambiai numero di telefono e lo bloccai su qualsiasi social possibile. In meno di 12 ore avevo cancellato dalla mia vita ogni traccia di Lorenzo e degli ultimi 4 anni.

Di lui ho saputo tramite Andrea che, dopo avergli raccontato tutta la storia si sentì mortificato per avermelo presentato, si era lasciato con la rossa. O per meglio dire, dopo averlo “perdonato” per il suo scivolone (si, perché lui ha raccontato che sono stata uno scivolone, un flirt di un’estate) si sono definitivamente lasciati.

Eh già, perché quando si rompe quel filo sottile chiamato fiducia, è decisamente molto difficile recuperarlo.


Sono passati 3 anni dalla rottura con Lorenzo. Ho pianto. Ho sofferto. Ho vissuto il mio periodo di lutto, per la delusione e per come si è preso gioco di me, avendo due vite parallele, senza mai essere scoperto da una o dall’altra. D’altronde, la sensazione che avevo avuto la prima sera, si era rivelata quella giusta.

Questa terra che amo profondamente mi ha aiutato nuovamente a tirarmi su, a credere di nuovo in me, e al genere maschile. Mi ha accolta la prima volta e si è dimostrata all’altezza anche in quest’occasione. Sono nuovamente rinata. Gliene sarò per sempre grata.


Ma indovinate un po', chi il 10 agosto di questa estate ha bussato alla mia porta?

Si proprio lui. Lorenzo. Con lo sguardo basso, la coda in mezzo alle gambe, un asciugamano sulle spalle, chiedendomi “Ti va di andare a vedere le stelle cadenti?”

Con un sorriso beato di chi ormai non gliene importa più nulla, ho risposto “io il mio desiderio l’ho già chiesto il primo San Lorenzo che abbiamo passato insieme, e si è anche avverato”

E molto educatamente gli ho sbattuto la porta in faccia.


E’ vero, tornano tutti, ma sta a noi decidere chi far rimanere e chi no.



-Ille-



Ti è piaciuto il mio racconto? Offrimi un caffè!



100 visualizzazioni1 commento

Post recenti

Mostra tutti

1 comentário


Romano Portas
Romano Portas
11 de ago. de 2023

Sempre più brava !!! Molto molto bello

Curtir
bottom of page